Era il 17 luglio del 1987. Alle 19.30, quattro giovani ingegneri si presentarono davanti al notaio per dare vita ad un’azienda che avrebbe anticipato il futuro.
Nei suoi 30 anni di storia, Tecnest non ha smesso di crescere. Anzi, è proprio qui la sua forza: «Non ci siamo mai fermati. Siamo partiti quando l’informatica era una cosa per pochi e ci ritroviamo oggi con la tecnologia che pervade tutta la nostra quotidianità. L’innovazione chiama innovazione ed è per questo che dopo essere cresciuti per 30 anni, continuiamo ancora a crescere», spiega Fabio Pettarin presidente di Tecnest nonché socio fondatore insieme con Mario Chientaroli.
Tutto ebbe inizio da un’intuizione: «Nella nostra precedente esperienza in Zanussi ci eravamo accorti che le piccole e medie imprese, quelle che hanno sempre rappresentato l’ossatura economica dell’Italia, non venivano considerate quando si parlava di gestione e controllo della produzione. Abbiamo così deciso di mettere a disposizione delle realtà più piccole del settore manifatturiero l’innovazione e la tecnologia», prosegue Pettarin. Un’idea vincente perché Tecnest è stata tra le primissime aziende in Italia ad approcciarsi ad un mercato settoriale. «Eravamo alla vigilia di quella rivoluzione informatica che ha cambiato radicalmente la nostra vita. Con Tecnest ci siamo messi al servizio delle imprese per metterle nelle condizioni, attraverso una miglior gestione delle informazioni, di pianificare, gestire e ottimizzare i loro processi produttivi attraverso la tecnologia informatica» - aggiunge Chientaroli – “Abbiamo quindi sviluppato uno dei primi software di schedulazione della produzione in Italia che oggi è diventato una suite completa per l’Advanced Planning & Scheduling (APS), la Manufacturing Execution (MES) e l’operations management.”
Pettarin e Chientaroli, ai tempi solo trentaduenni, intravidero la strada giusta da percorrere. «Alla razionalità che è un po’ tipica degli ingegneri abbiamo unito quel pizzico di incoscienza che invece caratterizza gli imprenditori dando vita ad una realtà che, partendo dal produttore di sedie primo nostro cliente, oggi coinvolge aziende manifatturiere di diversi settori e dimensioni, in tutta Italia e all’estero». Partiti dagli uffici di via Tullio a Udine con un solo dipendente, Pettarin e Chientaroli – ai quali si è aggiunto cinque anni fa Giorgio Apolloni quale socio - sono arrivati nella moderna sede di Tavagnacco, dopo aver aperto anche una filiale a Cinisello Balsamo (MI), con una cinquantina di dipendenti, l’80% dei quali proveniente da una formazione universitaria in ingegneria gestionale o informatica.
Il claim aziendale “Supply Chain - Cultura e Soluzioni” si è concretizzato in una precisa filosofia basata da un lato sul costante sviluppo delle competenze dei collaboratori e sulla diffusione all’esterno della conoscenza relativa alle tematiche della supply chain e, dall’altro, su una suite software completa capace di rispondere alle crescenti esigenze di ottimizzazione dei processi produttivi. Aggiunge Chientaroli: «L’industria 4.0 ha dato un nuovo impulso al settore delineando anche quelli che saranno gli sviluppi futuri. Oggi non si tratta esclusivamente di fornire un software e accompagnare le aziende verso i loro obiettivi strategici, ma mettere in campo un progetto dove la componente di know-how fa la differenza. Nel futuro prossimo troverà sempre più spazio l’ambito della consulenza per guidare le imprese verso le sfide dei mercati internazionali». Con il recente lancio della nuova soluzione web e smart FLEX for Industry 4.0, Tecnest ha nuovamente anticipato il futuro rispondendo ai nuovi paradigmi introdotti dall’Industria 4.0 con un sistema capace di far dialogare macchine, oggetti e persone e che unisce collaborative manufacturing e internet of things.
Tecnest ha spento le sue prime 30 candeline insieme a tutti i dipendenti e le loro famiglie con una serata alla quale hanno preso parte oltre 100 persone. Venerdì 21 luglio ha festeggiato l’importante traguardo raggiunto nella consapevolezza che non si tratta di un punto di arrivo bensì di partenza. Del resto, come ricordano i due soci fondatori: «Il processo di innovazione avviato 30 anni fa non si è mai arrestato. Anche in questo momento è un driver importante che ci pone delle sfide da cogliere».
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